Scultori illustri del Vantiniano 1820-1840

Sorto in seguito al decreto napoleonico di St. Cloud del 12 giugno 1804, diventata poi legge il 5 settembre 1806, il cimitero monumentale di Brescia, detto il Vantiniano, in onore di Rodolfo Vantini, architetto che vi lavorò fino al giorno della sua morte, custodisce una straordinaria varietà di sculture che testimoniano gli sviluppi di questa tecnica artistica sin dagli anni ’20 del XIX secolo.

Il percorso di scultura che è possibile seguire al Vantiniano, inizia con i monumenti funebri realizzati  nei primi quarant’anni dell’800. 

In questo periodo infatti si afferma lo schema definito dallo stesso Vantini: quello dell’ara classica o cippo funerario romano privo di figurazioni e corredato da brevi iscrizioni.

In questa fase lavorano al Vantiniano il bolognese Democrito Gandolfi che si occupa della decorazione scultorea del tempietto di San Michele: figura dell’Arcangelo, 4 erme del tamburo, 2 leoni peristili, oltre a 2 dolenti collocate del campo interno e il Sarcofago Martinengo.

Leone san Michel 2

Leone San Michele 1

 

 

 

 

 

 

Gaetano Matteo Monti, che si distingue per il neoclassicismo asciutto quasi canoviano; Abbondio Sangiorgio che introduce le novità puriste del Bartolini, specialmente nel Monumento Calini, e ancora Innocenzo Faccaroli che inizia a tradurre nello schema idealizzato del monumento elementi di forte realismo.

Infine Antonio Tantardini che porta al Vantiniano la nuova estetica del realismo romantico.

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