Archivi categoria: Opere d’arte nei cimiteri

La Chiesa dei Morti a Montecchio – Darfo Boario (Bs)

La chiesa dei Morti di Montecchio, frazione di Darfo Boario (Bs), è una piccola chiesa costruita tra la fine del XIV sec e l’inizio del XV sec, che sorge nei pressi del ponte sul fiume Oglio.

La chiesa è un edificio di piccola dimensioni e ha una storia molto particolare. La sua costruzione è collegata ad un evento tragico: l’alluvione del 1471: i morti furono numerosi e vennero seppelliti esattamente nel luogo in cui oggi si trova il sagrato della parrocchiale. Questa chiesa sorse quindi come cappella cimiteriale o come ingresso dello stesso cimitero.

Nei secoli la chiesetta subì numerose trasformazioni: dall’apertura di porte e finestre che hanno  compromesso parte degli affreschi, alla totale imbiancatura dell’interno che per molti anni ha nascosto la bellezza del ciclo pittorico.  Bisognerà attendere il 1962, anno in cui la Soprintendenza ha avviato i lavori di recupero degli affreschi originali.

Il ciclo pittorico è uno dei più importanti e complessi risalenti a metà ‘400 presenti in questo territorio. La caratteristica distintiva di questo ciclo è la sua disomogeneità che non è assolutamente un difetto, anzi: la varietà e le diverse tipologie di opere presenti rivelano uno spaccato molto significativo dei vari artisti che in questi secoli hanno operato in Valcamonica.

Oltre al Cristo Pantocreatore, alla Madonna della Misericordia e alla drammatica Crocifissione, due pareti presentano affreschi dedicati al tema della Resurrezione dei Morti.

Particolare Resurrezione dei Morti
Particolare Resurrezione dei Morti

 

Crocifissione - particolare
Crocifissione – particolare

 

Madonna della Misericordia
Madonna della Misericordia

 

 

Mausoleo Morandi-Tirandi, capolavori del Vantiniano

Il Cimitero Vantiniano di Brescia, tra i suoi tanti tesori, custodisce anche il Mausoleo Morandi-Tirandi, che al suo interno rivela una forma ottagonale ricca di significati.

Tale scelta ha origini molto antiche: l’ottagono era la forma destinata ai mausolei e ai battisteri, in quanto risultato della rotazione della forma quadrata, dove il quadrato è simbolo della dimensione terrena e il cerchio è il simbolo della dimensione divina. Sia il mausoleo che il battesimo rappresentano i luoghi per eccellenza dove avviene il passaggio tra una dimensione e l’altra. Anche il battesimo infatti rappresenta la morte dell’uomo peccatore a favore della nascita di quello cristiano.

Sull’altare, un tempo era collocata una tela raffigurante la Deposizione, con tre figure velate in atto di mostrare il corpo di Cristo al fedele, attualmente è in restauro.

Uno degli aspetto più interessanti di questo mausoleo è sicuramente la decorazione interna. Acquistato nel 1912 dalla famiglia Morandi-Tirandi, il mausoleo venne decorato nel 1913 da Gaetano Cresseri, pittore bresciano, che si servì di diverse tecniche.

La volta della cupola è la parte meglio conservata e presenta un tripudio di angeli oranti che emergono da un verdeggiante prato fiorito di margherite e si stagliano su un cielo blu intenso. Le teste sono incorniciate da aureole a rilievo in stucco dorato.

La composizione pittorica è eccezionale per la qualità del disegno che risente dei Nazareni e dello stile secessionista, alimentato dalla presenza di Klimt alla Biennale Veneziana del 1910. Le figure mostrano un andamento sinuoso, ritmico combinato a quella delicatezza liberty esaltata da colori preziosi colori e dorature di matrice bizantina.

Nei pennacchi, sono state inserite delle foglie di palma stilizzate, legate da nastri, che simboleggiano rispettivamente il martirio (la palma ) e la resurrezione (i nastri).

 

Capolavori del Vantiniano: la Pietà di Ermenegildo Luppi

La Pietà del Vantiniano è un gruppo bronzeo che raffigura Cristo deposto tra le pie donne. La realizzazione dell’opera fu possibile grazie alla donazione di 150.000 lire da parte di Luigi Premoli, il quale aveva lasciato precise disposizioni nel suo testamento. Il Premoli infatti aveva lasciato scritto che avrebbe destinato quella somma alla realizzazione di una Pietà  veramente artistica ed espressiva.

Nel 1922 venne bandito il concorso, la cui giuria era presieduta da Leonardo Bistolfi. Vince il bozzetto di Ermenegildo Luppi che realizza l’opera a Roma nell’estate del 1923. Continua la lettura di Capolavori del Vantiniano: la Pietà di Ermenegildo Luppi

Monumento ai prodi bresciani – capolavori del Vantiniano

Nel 1849,  successivamente alle dieci giornate di Brescia, venne decretata la costruzione di un monumento in memoria dei caduti.

La grande croce che doveva essere innalzata di fronte alla chiesa del cimitero Vantiniano non soddisfaceva il desiderio di un vero e proprio monumento celebrativo che glorificasse, non solo i caduti nell’insurrezione, ma anche i soldati morti nelle battaglie di San Martino e Solferino. Continua la lettura di Monumento ai prodi bresciani – capolavori del Vantiniano

Monumento da Ponte: capolavori del Vantiniano

Il monumento funebre della famiglia Da Ponte custodito nel cimitero Vantiniano di Brescia è un’importante invenzione polimaterica di Domenico Ghidoni che la firma e la data nel 1897 (basamento in basso a sinistra).

In quest’opera l’altorilievo bronzeo dello stemma nobiliare e delle ghirlande quasi sfatte si stempera nel bassorilievo che riveste l’intera nicchia nella quale è incastonata la figura a tutto tondo, sempre in bronzo, del Redentore. Continua la lettura di Monumento da Ponte: capolavori del Vantiniano

Monumento Cuzzetti – Bonardi : Capolavori del Vantiniano

Altro capolavoro del cimitero Vantiniano di Brescia è il monumento funebre Cuzzeti-Bonardi, commissionato da Paolo e Lelia per i genitori morti di colera.

Il monumento Cuzzetti-Bonardi venne realizzato da Odoardo Tabacchi tra il 1874 e il 1876.

Quest’opera, in marmo di Carrara, fu molto apprezzata per gli straordinari effetti veristi delle figure in primo piano e per l’espediente dello sfondamento della nicchia attraverso la collocazione di un catafalco in senso obliquo. Continua la lettura di Monumento Cuzzetti – Bonardi : Capolavori del Vantiniano

Vantiniano, gli scultori della fine del XIX secolo

Dagli anni ’70 del XIX secolo, il Vantiniano vede la realizzazione di alcuni monumenti funebri di notevole valore.

Questo è dovuto all’arrivo delle opere di Odoardo Tabacchi, che rinnova il linguaggio scultoreo, introducendo nuovi stilemi di matrice verista, dal gusto descrittivo. Continua la lettura di Vantiniano, gli scultori della fine del XIX secolo

Suprematista fino alla morte: la bara e la tomba di Kazimir Malevic

Suprematista fino alla morte, Kazimir Malevic lasciò precise disposizioni per le proprie esequie.

Il progetto per la propria bara risente degli studi architettonici affrontati a metà degli anni ’20, durante i quali si era dedicato a progetti plastici suprematisti tridimensionali, gli Achitekton o Planit.

Malevic aveva trasferito le sue idee suprematiste nella tridimensionalità di progetti architettonici a struttura cubica, bianchi e neri senza giunture, da inviare nello spazio infinito del cosmo. Continua la lettura di Suprematista fino alla morte: la bara e la tomba di Kazimir Malevic

Il sarcofago preraffaellita del Brompton Cemetery di Londra

Brompton Cemetery è il cimitero più grande di Londra con oltre 200.000 tombe. Nell’Ottocento si rivelò un fallimento commerciale perchéla borghesia continuava a preferire il cimitero di Highgate, più romantico e suggestivo.
Nonostante ciò, anche questo importante cimitero di Londra custodisce tombe degne di nota. Tra le lapidi è possibile scorgere un vero capolavoro di sensibilità preraffaellita.

Assediata dalla vegetazione, si può ammirare la splendida tomba di Frederick Leyland, mecenate di Dante Gabriel Rossetti e morto nel 1892.

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Leonardo Bistolfi, il poeta della morte, e l’edicola Toscanini

Tra le opere di Bistolfi custodite nel Cimitero Monumentale di Milano, va ricordata la suggestiva Edicola Toscanini.

Leonardo Bistolfi è senza dubbio uno degli scultori più significativi del simbolismo italiano.  Piemontese di origine, vince una borsa di studio e frequenta l’Accademia di Brera. Qui viene in contatto con la Scapigliatura lombarda. In particolare la sua passione  il suo interesse sono rivolti al lavoro di Tranquillo Cremona e a quello dello scultore Giuseppe Grandi, che però non accetta allievi. Continua la lettura di Leonardo Bistolfi, il poeta della morte, e l’edicola Toscanini