Il monumento funebre della famiglia Da Ponte custodito nel cimitero Vantiniano di Brescia è un’importante invenzione polimaterica di Domenico Ghidoni che la firma e la data nel 1897 (basamento in basso a sinistra).
In quest’opera l’altorilievo bronzeo dello stemma nobiliare e delle ghirlande quasi sfatte si stempera nel bassorilievo che riveste l’intera nicchia nella quale è incastonata la figura a tutto tondo, sempre in bronzo, del Redentore.
Realizzato da Ghidoni mentre risiede a Milano , l’opera riflettele influenze del gusto contemporaneo: la figura del redentore, che si porta la mano al petto, risulta diretta filiazione dal Cristo che cammina sulle acque, ideato nel 1895 e realizzato tra il 1896-99 in bronzo da Leonardo Bistolfi.

La carica simbolista dell’opera di Ghidoni risulta evidente sia nella sintesi plastica con la quale modella la veste del Cristo, la massa dei capelli spioventi sulle spalle, la concentrazione fisionomica e la grazia del gesto, sia nel delicatissimo pergolato di fiori di passiflora, simbolo della passione, e di rami d’edera, simbolo di eternità, che s’arrampica flessuoso e serpentino lungo l’intradosso bronzeo dell’arco (anche liberty).


