Simbologia funeraria: l’alfa e l’omega

Mi è capitato spesso di incontrare questo tipo di simbologia anche in opere pittoriche.
In questi anni di studio e di lavoro, ho avuto la possibilità di studiare a fondo il tema della natura morta e approfondire le opere appartenenti a questo genere, in particolare quelle provenienti dai paesi fiamminghi. Tra i tanti artisti mi ha sempre affascinato Georg Flegel.  In una sua famosa e ricchissima opera, si nascondono proprio queste due significative lettere dell’alfabeto greco: l’alfa e l’omega. Riuscite a vederle?

Esattamente come nel dipinto di Flegel, anche quando sono presenti sulle tombe, la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco hanno un significato profondo e legato alla figura di Cristo: il termine Alfa e Omega viene dalla frase “Io sono l’alfa e l’omega” (greco koinè: “ἐγὼ τὸ Α καὶ τὸ Ω”), un appellativo di Gesù[2] nell’Apocalisse di Giovanni (versetti 1:8, 21:6, e 22:13).

Il significato profondo della presenza di questi simboli all’interno di un’pera d’arte si riferisce all’inizio e alla fine di tutto, che si riassumono nell’essenza di Dio. Ma questo non vale solo per la religione Cristiana, nell’antichità si pensava che  fossero state create dalle Parche e avevano il compito di rappresentare la divinità e il cosmo.

Quando troviamo su una tomba questa simbologia, usata sin dai primi esempi di arte funeraria cristiana, viene veicolato un messaggio molto chiaro: il credente morto in Cristo riconosce simbolicamente in quest’ultimo il suo inizio e la sua fine.

 

Georg Flegel, natura morta
Georg Flegel, natura morta

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