Vantiniano: scultori e capolavori di metà Ottocento

In pieno fermento, il Vantiniano degli anni ’50 del XIX secolo vede l’intervento di Rodolfo Vantini che propone un progetto per ampliare il camposanto con un grande emiciclo cadenzato da colonne doriche e concluso al centro di un’ampia sala sul modello delle ville romane. I lavori di questa nuova sezione del cimitero verranno conclusi nel 1856.

In questi anni operano all’interno del Vantiniano importanti scultori che portano i nuovi linguaggi del naturalismo e del realismo.

La scultura si arricchisce di dettagli e restituisce allo spettatore una realtà contemporanea, dalle ricercate connotazioni sentimentali. Si delinea così una nuova tendenza nella scultura del Vantiniano.

Tra gli scultori che operano in questa fase all’interno del cimitero monumentale di Brescia possiamo ricordare Giovanni Seleroni che realizza il Monumento Vantini 1858, il gruppo Balucanti 1861il monumento del Beato Bossini 1853-54, risultato del lavoro congiunto con Rodolfo Vantini, Giovanni Rizzerio Palazzi, Francesco Zuccarelli e Francesco Hayez.

Monumento  Beato Bossini
Monumento Beato Bossini

Altro caso interessante è quello di Giovanni Battista Lombardi, influenzato dalla poetica preraffaellita. Lo scultore introduce nelle sue opere molti riferimenti stilistici: sceglie il neogotico per il Monumento Barboglio, il realismo per il gruppo Maggi, l’estetica preraffaellita per il monumento a Giovanni Battista Cigola, infine, introduce trasparenze e grandi virtuosismi nel Monumento Dossi.

 

 

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