Nel cuore del Cimitero Monumentale di Milano, Adolfo Wildt ha lasciato una delle sue opere più significative: il gruppo bronzeo della cappella della famiglia Korner.
Il monumento funebre, realizzato nel 1929, può essere inteso sia come simbolo familiare sia come monumento civico.
In questa opera, dal titolo Affetto nel dolore, scultura e architettura si incontrano. La cappella, il cui progetto è stato curato dall’architetto Giulio Ulisse Arata, ricorda il Mausoleo di Teodorico a Ravenna.
Mentre la parte scultorea rappresenta due figure senza veli, estremamente stilizzate, quasi astratte.
E’ invece molto particolare il rapporto che si instaura tra le figure e l’architettura: le due figure bronzee escono, travalicano i limiti imposti, si piegano su loro stesse poggiando sull’incerto piano di un disco posto sghembo e sospeso.
Le due anime sono colte mentre si sorreggono per esalare verso l’aere – in quella dimensione ultraterrena che Wildt chiamerà il regno dell’Armonia – mentre sembrano fuggire dal monumentale volume con cui hanno un sottile legame, un solo punto di contatto: la lastra che sigilla la porta e che trasforma l’architettura in tomba, dove si sprofonda e ci si perde, smarrimento a cui le creature di Wildt si oppongono.
La scultura finisce per rappresentare il monumento funerario nel suo profondo significato etimologico, ovvero essa rappresenta un momento di passaggio, mentre l’architettura rappresenta la tomba, luogo del funereo.
Testo: Dott.ssa Sara Zugni